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ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEI SOCI DEL SNDMAE
Roma, 5 luglio 2018

MOZIONE PROGRAMMATICA

L’Assemblea Generale ordinaria dei soci dà mandato al Consiglio di svolgere la sua azione lungo le seguenti linee prioritarie:

  1. Rafforzare il SNDMAE. Per rafforzare il MAECI nel suo naturale ruolo centrale di supervisione e coordinamento della politica estera, il SNDMAE dovrà svolgere un'incisiva e costante azione di sensibilizzazione sulle istituzioni politiche sugli esponenti del mondo economico, della cultura e dell'informazione. In un complesso quadro mondiale ed europeo in profondo mutamento caratterizzato da crisi sistemiche, un Paese con il ruolo e le aspirazioni dell'Italia (Paese fondatore dell'UE e membro del G8 e del G20) deve poter contare su un Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale autorevole e capace di rappresentare lo snodo essenziale ed efficace della politica estera. Il rilancio del MAECI dovrà avvenire soprattutto tramite un rafforzamento e valorizzazione della nostra rete diplomatico-consolare che rappresenta il maggior patrimonio della Farnesina ed al servizio del Paese. In tale quadro, il SNDMAE dovrà' svolgere una forte azione di convincimento in tutte le sedi opportune per porre fine ed invertire l'attuale tendenza di continua riduzione delle risorse umane e finanziarie subite dal MAECI che oggi dispone di un bilancio assolutamente irrisorio (0,1% del bilancio statale). Il SNDMAE sottolineerà la grave e evidente contraddizione della continua riduzione del bilancio del MAECI, a fronte del suo crescente ruolo vitale per il sostegno alle esportazioni, in specie delle PMI, che stanno trainando la ripresa economica italiana, e per la necessaria assistenza alla numerosa comunità italiana all'estero, con ben 5,3 milioni di iscritti all'AIRE. Il SNDMAE deve dunque costruire su basi rinnovate la sua funzione di rappresentanza, tutela e proposta verso i referenti esterni. Tale esigenza è resa ancor più urgente dal fatto che il SNDMAE sta diventando, avendo una quota di rappresentanza sindacale superiore al 95%, l’unico interlocutore sindacale dell’Amministrazione per la carriera diplomatica. Tale fatto pone anche per i prossimi anni la necessità che il SNDMAE, attraverso il coinvolgimento dei soci, diventi un interlocutore forte, autorevole, responsabile, coerente, indipendente e soprattutto portatore di idee coraggiose, innovative e realizzabili nell’interesse del servizio. Il SNDMAE deve rafforzare la sua legittimità e credibilità come punto focale di aggregazione dei diplomatici italiani e promuovere le proprie istanze in più stretta cooperazione, laddove possibile, con altre realtà sindacali e associazioni della carriera diplomatica e delle altre carriere del Ministero. Ai fini di cui sopra potranno essere incrementati i servizi offerti dal SNDMAE ai Soci e verificata la possibilità di migliorare SNDMAIL. Potrà altresì essere proposta ai soci, per previa valutazione mediante sondaggio, una bozza di nuovo Statuto da approvarsi eventualmente in apposita Assemblea, nel corso del presente o del prossimo mandato.

  2. Istituzione della Commissione Paritetica prevista dal sopra citato accordo e avvio dei lavori su miglioramento dei servizi, della qualità del lavoro e del benessere organizzativo, di semplificazione amministrativa, anche con riferimento alle politiche formative, alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, al welfare integrativo nonché con riferimento alle esigenze familiari, personali e logistiche in vista del trasferimento all’estero, dopo l’assegnazione, e in prospettiva del rientro al MAECI.

  3. Rinnovare l’Accordo di categoria. Concluso con soddisfazione il negoziato per il rinnovo dell’Accordo di categoria per il triennio 2016-2018, il SNDMAE dovrà richiedere quanto prima all'Amministrazione una pronta apertura dei negoziati alla Funzione Pubblica per il rinnovo dellAccordo di lavoro dei diplomatici per il prossimo triennio, 2019-2021. Sul fronte economico, dovrà essere reperita la massima quota di risorse utili, per perequare gli effetti del mancato adeguamento degli ultimi anni. Sul fronte giuridico, bisognerà approntare una piattaforma di rivendicazioni per negoziare l’inserimento nel nuovo contratto di alcuni istituti essenziali per il lavoro e la tutela dei diplomatici, sia in relazione al servizio svolto in Italia che di quello all'estero.

  4. Valutazioni e scorrimenti. La questione degli scorrimenti di Carriera si presenta oggi come centrale nell’obiettivo di aumentare l’efficienza e la capacità di azione del MAECI, che non può permettersi di mantenere una rilevante componente del suo personale senza ragionevoli prospettive di sviluppo di carriera. La motivazione dei gradi intermedi ed alti, quelli che hanno acquisito un maggiore livello di esperienza professionale, con incarichi di responsabilità diretta, spesso anche amministrativo-contabile, di Uffici ministeriali e, soprattutto, di Sedi estere, e che maggiormente possono contribuire all’azione e all’incisività dell’azione del Ministero e quindi dell’Italia, dovrebbe rappresentare un obiettivo centrale in una politica di gestione del personale di lungo termine e lungimirante. Al contempo, la predeterminazione delle quote di segretari di legazione e consiglieri di legazione in prima fascia, oltre che giuridicamente illegittima in un sistema di valutazione obiettivo, sta generando un generale clima di sfiducia nell’Amministrazione contrario alla valorizzazione del capitale umano, unica risorsa del Ministero. Auspichiamo pertanto un confronto urgente con il Segretario Generale per rivedere tale decisione e per introdurre sistemi di valutazione meno rigidi e più modulabili.

  5. Investire in formazione. Il SNDMAE deve stimolare l'Amministrazione a porre la formazione alla base della propria strategia politica. La maggior attenzione alla formazione deve concretarsi in un impulso agli investimenti nel settore e alla promozione di politiche di aggiornamento, di tutto il personale e a tutti i gradi, rispondenti a criteri di modernità ed efficacia, utilizzando in modo opportuno l’eccezionale patrimonio di esperienze professionali esistente alla Farnesina e metodi “tra pari”per l’acquisizione di crediti formativi. L'Amministrazione deve operare per rimuovere gli ostacoli che ancora oggi si frappongono alla regolare frequentazione dei corsi di aggiornamento da parte del personale. Inoltre, deve creare canali privilegiati per favorire le esperienze dei propri funzionari presso altre istituzioni, regioni ed enti locali, imprese, organizzazioni internazionali o presso altri servizi diplomatici, riconoscendone il valore in termini di arricchimento professionale per l’intera Carriera. Devono essere valutati, in questo contesto, i problemi posti dall’accorpamento delle agenzie formative pubbliche all’interno della Scuola Nazionale dell’Amministrazione rispetto alla necessità di una formazione mirata e specialistica per il personale del MAECI.

  6. Una cultura del merito. Gli sviluppi di carriera e l’avanzamento professionale rappresentano fattori determinanti in una struttura d’eccellenza come la Farnesina. La politica dell'Amministrazione in tema di scorrimento di carriera non può perciò essere ondivaga e dettata da fattori contingenti; deve, invece, essere lineare, costante, e informata al principio di trasparenza nelle scelte e saldamente ancorata al merito, valutato sulla base di criteri condivisi. A tal fine, il SNDMAE deve farsi promotore di una revisione dell’attuale sistema di valutazioni in senso più trasparente e pluralistico, senza escludere metodi formativi e innovativi, o altri metodi in uso in organizzazioni complesse. Il tutto, con un sistema di ponderazioni che non crei per il diplomatico ricattabilità ed assoggettamento verso l’esterno. Il SNDMAE dovrà battersi affinché il servizio all'estero e presso il SEAE e la proiezione esterna venga riconosciuto come il momento fondamentale e centrale della carriera di ogni singolo funzionario e come il più autentico valore aggiunto per un diplomatico, e come componente essenziale della specificità stessa del MAECI nell'ambito della funzione pubblica italiana. L'Amministrazione dovrà inoltre valutare adeguatamente il servizio in sedi disagiate e fortemente disagiate, e stimolare cambiamenti normativi affinché tale servizio mantenga tutti gli incentivi per il servizio svolto in condizioni straordinarie, evitando paradossali effetti penalizzanti, ad esempio, a livello previdenziale. Nella fase attuale, risultano ingiustamente penalizzati interi gruppi generazionali e frustrate le loro legittime aspettative di crescita professionale. Tale situazione è patologica ed insostenibile, e rischia di minare alla base la motivazione e le attese di molti validissimi funzionari, giovani e meno giovani. Di conseguenza l’Amministrazione deve promuovere una urgente riforma strutturale del sistema di scorrimento della carriera diplomatica, che assicuri una fisiologica progressione dei percorsi di carriera. Nel frattempo, l'Amministrazione deve porre in essere misure contingenti e mirate, utilizzando tutti gli strumenti legislativi vigenti, compreso il collocamento fuori ruolo, che ha anzitutto il vantaggio di rendere più presente la Farnesina nelle Amministrazioni e negli Enti esterni e, come effetto indotto, aumenta la disponibilità di posti per gli avanzamenti. Il SNDMAE dovrà continuare a vegliare affinché i criteri per il pre-pensionamento del personale rispondano in primo luogo al principio irrinunciabile della volontarietà, prevedano adeguati incentivi laddove necessario e siano articolati in modo chiaro, oggettivo e con validità erga omnes. Il SNDMAE richiama l’attenzione sulla necessità di adottare una modifica all’attuale iniquo sistema dove paradossalmente il funzionario diplomatico che ha servito in sedi disagiate o altamente disagiate con l'eventuale riscatto della laurea e del servizio militare subisce l'effetto penalizzante di andare alcuni anni prima in pensione rispetto ad altri colleghi che non hanno servito in sedi disagiate.

  7. Una cultura della trasparenza. Il SNDMAE dovrà esigere dall’Amministrazione massima e verificabile trasparenza in tutte le sue determinazioni, che devono rispondere al principio del rendere contoanzitutto nei riguardi del personale della Farnesina. La necessaria discrezionalità non può mai essere confusa con l’arbitrio. In particolare, si dovrà richiedere la pubblicizzazione degli incarichi a Roma, anche ai gradi apicali, e all’estero prevedendo, specie per la nomina dei Capi Missione, la formazione di agili commissioni consultive e/o lo svolgimento di colloqui per accertare capacità e motivazioni dei candidati. Un’altra innovativa soluzione istituzionale interna potrebbe consistere nel prevedere un ruolo collegiale del Consiglio di Amministrazione per la proposta di candidati alle posizioni apicali e ai posti di Capo Missione. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla trasparenza in fase di valutazione dei funzionari e di promozioni, nonché alle candidature di funzionari ai posti in pubblicità per il SEAE, garantendo il massimo sostegno dell’Amministrazione e, per i posti apicali, del vertice politico del Ministero e del Governo nei casi di interesse nazionale. Andrà in ogni caso ribadita, in tutte le sedi, l’assoluta rilevanza dell’esperienza della Carriera diplomatica nello svolgimento delle funzioni proprie, soprattutto nei ruoli apicali di Capi Missione e di vertici amministrativi in sede. Andranno a tal fine opportunamente valorizzati i dettami costituzionali esistenti in materia di accesso alla Carriera per concorso e di imparzialità della Pubblica Amministrazione.

  8. Rafforzare le politiche di genere, di conciliazione tra lavoro e vita privata, sostenere le opportunità di sviluppo professionale del coniuge. Nonostante le donne siano in carriera da oltre 50 anni, ad oggi non pare ridursi lo squilibrio di genere, in particolare in ingresso e quindi nei successivi gradi. Nella consapevolezza dell’inaccettabile squilibrio fra i sessi nella Carriera diplomatica, il SNDMAE, auspicabilmente in partnership con la DID, si adopererà per svolgere azioni per ridurlo, nel quadro di miglioramenti complessivi delle condizioni di lavoro e familiari. Il SNDMAE dovrà rivendicare maggiore incisività per l’azione dell’Amministrazione nel permettere la realizzazione della vita familiare dei diplomatici, incluse le coppie di fatto, favorendo azioni concrete a tutela della dimensione familiare e contro ogni forma di discriminazione diretta o indiretta basata sul genere o sull’orientamento sessuale. I recenti cambiamenti nel trattamento economico e giuridico nel MAECI riguardano anche i coniugi e il ruolo che svolgono all’interno dell’Amministrazione. Il consistente taglio della quota dell’ISE riservata al coniuge, la quota della rappresentanza scorporata ed inserita nel budget di sede come Promozione Sistema Italia e altri provvedimenti hanno radicalmente modificato il trattamento economico del diplomatico e della sua famiglia all’estero. A questi mutamenti non è però corrisposta una maggiore tutela del coniuge e della famiglia del diplomatico/dipendente. Per favorire lo svolgimento di una carriera del coniuge all’estero e in Italia vanno aumentati il numero di accordi paese stipulati dal MAECI, vanno incrementati i corsi di sostegno e di promozione sulla “portable career” (la carriera itinerante) che possano favorire ed incentivare la carriera dei coniugi. In tale quadro va sostenuta una politica attiva che, similmente a quanto da anni avviene in altri servizi diplomatici europei, promuova le opportunità di impiego e di sviluppo professionale del coniuge, e che oggi è praticamente inesistente.

  9. Trasformare i metodi di lavoro. Il SNDMAE dovrà incoraggiare l’Amministrazione a razionalizzare metodi e procedure di lavoro, semplificando le numerose incombenze di natura amministrativa, contabile ed adempimenti informatici che rendono particolarmente oneroso il lavoro delle sedi diplomatiche e consolari all'estero, già indebolite negli organici e nelle risorse, sottraendo risorse alle vere priorità di lavoro In particolare per il servizio all'estero è necessaria una semplificazione delle procedure che attualmente comportano un onere lavorativo spesso ridondante, soprattutto per i Capi Missione. Ad esempio, la proliferazione e non compatibilità tra loro di programmi informatici gestionali per le sedi estere implica, in luogo di una semplificazione e velocizzazione degli adempimenti, inutili duplicazioni, lungaggini burocratiche e un costoso aggravio amministrativo. Dovranno essere stimolate forme di operatività “orizzontali” incoraggiando una maggiore responsabilizzazione dei funzionari fin dai gradi iniziali e trovando anche soluzione al problema della titolarità degli uffici da parte dei funzionari appartenenti al grado di Consigliere di Legazione. L'Amministrazione dovrà favorire una semplificazione dei processi di redazione ed approvazione della documentazione d’ufficio. Dovrà essere assicurato in modo più strutturale, incisivo e regolare il coinvolgimento delle sedi all’estero nel processo decisionale. Più in generale, il SNDMAE dovrà esigere la creazione di un contesto di lavoro più favorevole, basato sulla fiducia e sulla valorizzazione e non condizionato, come ad esempio nel caso della sicurezza informatica, da limiti tecnologici dovuti alla strutturale e cronica mancanza di investimenti. Basti ricordare che all’incoraggiamento verso la “diplomazia digitale” e all’innovazione tecnologica si accompagna assurdamente, presso l’Amministrazione centrale, all’interdizione dall’accesso ai principali social network e a forti e inaccettabili restrizioni all’uso della rete globale. Il SNDMAE dovrà inoltre spingere l'Amministrazione ad adottare ogni misura per la conciliazione tra vita lavorativa e personale, dando seguiti concreti alla circolare 4/2016 nella consapevolezza che un maggior equilibrio si tradurrebbe in un immediato beneficio in termini di accresciuta motivazione, serenità nelle decisioni, minori tensioni. In particolare: rivedere l’orario di lavoro, fondandolo sulla produttività anziché la presenza fisica, ed avviare il lavoro agile, già sperimentato in Italia da altri Ministeri e grandi aziende. Alcune incomprensibili previsioni legislative, la cui incoerenza con l’impianto normativo generale risulta evidente, in particolare il pagamento di un’imposta sul reddito sul rimborso delle spese di trasferimento (già per altro verso insufficiente a coprire i costi reali) da parte del personale, devono essere corrette al più presto, con il preciso obiettivo di modifica della normativa, allo scopo di finalizzarla alla copertura totale delle spese di trasporto.