Replica Presidente SNDMAE De Agostini a Caracciolo
05 luglio 2012
Caro
Direttore, Enrico De Agostini Presidente
SNDMAE
mi riferisco all’articolo "Il Pasticcio
Cooperazione" di Lucio Caracciolo su Repubblica di oggi.
Caracciolo scrive: se la cooperazione deve essere mera gestione corporativa
di mance a pioggerellina, senza rapporto con l’integrazione e con una strategia
politica al servizio dell’interesse nazionale, non serve (..). D’accordissimo.
Ma proprio per questi motivi ed esattamente per le ragioni di coerenza che
invoca, essa deve rimanere saldamente ancorata alla politica estera del Paese.
Che senso avrebbe staccarne la gestione dal Ministero degli Esteri? Che senso
ha sparpagliarci disordinatamente, scollegando gli interventi di cooperazione
dal resto della nostra proiezione internazionale? Se alle nostre Ambasciate nei
Paesi in Via di Sviluppo venisse meno il fondamentale pilastro della
cooperazione, esse si troverebbero improvvisamente azzoppate, perché prive di
argomenti concreti nel dialogo con i loro interlocutori politici ed economici. E’
questo che vogliamo? Non credo. Potenziare la cooperazione dell’Italia è cosa giusta e necessaria per rafforzare il
ruolo del nostro Paese nel mondo ai fini di una maggiore stabilità ed equità complessiva.
Vanno quindi incrementati i fondi che si sono persi nel tempo e razionalizzata
la gestione che è stata parcellizzata nei bilanci di troppi Ministeri (dal
Ministero dell’Economia e Finanze a quelli dell’Ambiente, della Salute e dell’Interno,
per non parlare dei fondi gestiti dalle Regioni). E’ questa, del resto, la
direzione in cui vanno le entità di cooperazione della maggioranza dei nostri
partner europei, saldamente incardinate all’interno dei rispettivi Ministeri
degli Esteri.
Potenziare e razionalizzare la Cooperazione italiana va fatto, ma con la
necessaria coerenza e soprattutto senza creare - proprio nel momento culminante
della Spending Review - nuovi e costosi enti pubblici.
Distinti saluti,